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31/10/10

CL e la banda delle bonifiche in Lombardia

Articolo pubblicato su "Nuova Societa" - 28 ottobre 2010
di Chiara Pracchi 


 Che Comunione e Liberazione, insieme con la sua materializzazione nel mondo degli affari, la Compagnia delle Opere, sia un movimento potentissimo in Lombardia è cosa nota e universalmente riconosciuta. Ma la presentazione del libro di Enrico De Alessandri, "Comunione e Liberazione: assalto al potere in Lombardia", tenutosi martedì pomeriggio in Statale, è stata l'occasione per ricapitolare alcune storie che meritano di essere ricordate. Fra queste spicca sicuramente la vicenda della ex Sisas, storia di una bonifica mancata sui suoli di Rodano e Pioltello, nell'immediato hinterland milanese, che ha finito per rappresentare il potere gelatinoso da anni al comando di questa regione. Vicenda sicuramente non nuova, pure non raccontata sufficientemente.
Tra la Rivoltana e la Cassanese le torri della ex Sisas , colossale monumento funebre d'archeologia industriale di 330 mila metri quadrati e 30/40 mila tonnellate di nerofumo e mercurio, si stagliano arrugginite. Fondata nel 1947 da Giacomo Falciola, la Società Italiana Serie Acetica Sintetica nel 2001 si offre di bonificare l'area in cambio del ritiro di una causa da 100 miliardi di vecchie lire, intentata dalla Regione Lombardia. L'accordo viene siglato giusto un attimo prima del fallimento della società, che si libera del pericolo di una condanna e lascia alla comunità il peso della riconversione del luogo. La famiglia Falciola sparisce e stando alle ultime inchieste giornalistiche, si ricicla in Basilicata, a produrre biodiesel. Fino al 21 luglio 2010, quando il tribunale di Milano condanna in primo grado a cinque anni e sei mesi Luciano Falciola per aver dissipato le risorse societarie, compresi i fondi stanziati per la bonifica dell'area.
Ma la storia della Sisas è innanzitutto una storia d'amicizia, prima ancora che di bonifiche. L'amicizia fra un uomo, Roberto Formigoni, al comando della Regione Lombardia dal 1995; Giuseppe Grossi, il re delle bonifiche ambientali, arrestato nell'ottobre del 2009 per falsa fatturazione e creazione di fondi neri nell'ambito del risanamento di Santa Giulia a Milano; Rosanna Gariboldi, moglie di Giancarlo Abelli, deputato Pdl e braccio destro di Formigoni, arrestata a sua volta perché accusata di aver riciclato i fondi di Grossi; e Massimo Ponzoni, assessore regionale all'Ambiente, indagato per il fallimento dell'immobiliare Pellicano spa, di cui aveva fatto parte anche la Gariboldi. Cinque amici uniti dalla politica e dalla religione, sotto il segno di don Giussani. Se a tutto questo aggiungiamo il fatto che sia Abelli che Ponzoni sono stati toccati dall'ultima indagine di 'ndrangheta e che Carlo Chiriaco, il direttore della Asl di Pavia arrestato nella stessa operazione, si era reso disponibile a falsificare le prove a vantaggio della Gariboldi e a comprare voti per Abelli, i legami si rinsaldano.
Presentati i personaggi di questa storia, vediamo i fatti, che nello specifico riprendono nel 2006, quando la TR2 Estate srl, di Giuseppe Grossi, stipula un accordo di programma con Regione Lombardia, impegnandosi a bonificare l'area "senza alcun intervento di finanziamenti pubblici", in cambio dei diritti edificatori per un centro commerciale di 100 mila metri quadrati, un albergo e degli uffici. Dal 2004 infatti sulla Sisas grava una multa dell'Unione Europea per la mancata applicazione della normativa sui rifiuti e bisogna sbrigarsi a far bonificare non solo le tre discariche che esistono nell'area (A, B e C), ma anche smontare gli impianti e sistemare il luogo. Invece di procedere con i lavori, però, TR2 Estate ritarda e nell'estate del 2009 viene completato solo il risanamento della discarica C, che stava per inquinare la falda acquifera. Pochi mesi più tardi, in ottobre, Grossi viene arrestato per la vicenda Santa Giulia e nel corso delle indagini emerge da un suo collaboratore che il giochino di gonfiare i costi per stornare fondi neri verrebbe ripetuto anche a Pioltello. Nonostante questo, quando a marzo del 2010, TR2 Estate comunica di avere difficoltà a smaltire tutto il nero fumo, Regione Lombardia non solo conferma l'incarico ma mette a disposizione 32 milioni di euro, più 12 se finisce il lavoro in fretta. La multa dell'Unione Europea incombe. Altri 30 milioni arrivano in aprile dallo Stato, che dichiara lo stato d'emergenza e nomina un commissario straordinario. Curioso il fatto che fra i dieci siti individuati dal commissario per conferire i rifiuti della ex Sisas, tre appartengano proprio a Grossi, che aveva denunciato difficoltà nello smaltimento.
Il 24 giugno scorso, TR2 Estate recide definitivamente il contratto, appellandosi al fatto che i suoi diritti edificatori non erano ancora stati garantiti e chiedendo 30 milioni di euro per il lavoro svolto. Regione Lombardia, invece di pretendere quanto era stato pattuito, cerca il compromesso, facendosene garante con un eventuale rimborso. Con la disdetta dell'accordo, la Regione perde anche i 60 milioni di fideiussione che TR2 Estate avrebbe dovuto depositare a garanzia del suo lavoro e che la giunta Formigoni avrebbe dovuto pretendere.
Il 18 settembre sono ricominciati i lavori nel cantiere della ex Sisas, questa volta fatti dalla Daneco, la nuova società che ha vinto la gara al ribasso indetta dal Commissario straordinario. Per "soli" 35 milioni Daneco dovrebbe riuscire a portar via tutti i rifiuti entro il 31 marzo, ultimo termine concesso dall'Unione Europea prima di imporci una multa di 460 milioni. Ma non è finita qui: TR2 Estate reclama altri 30 milioni per i terreni che ha acquistato per 4 milioni e mezzo sottoscrivendo l'accordo di programma del 2006. D'altra parte l'intero accordo era subordinato alla bonifica. Ancora una volta Regione Lombardia, invece di andare allo scontro, ha proposto di ricomprare i terreni e di cederli ai comuni. Un'intesa sventata dall'opposizione del comune di Pioltello. E un'amicizia che diventa decisamente troppo costosa.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Bravi ragazzi, bei reportage e ottimo blog, continuate cosi'!